Origini della Razza

L'origine del Bulldog inglese e la sua selezione sono strettamente legate ai combattimenti fra cani e tori. Secondo una tradizione molto antica, lo scopo di tali combattimenti era quello di migliorare la qualità della carne, poiché i macellai sostenevano d'essersi accorti che risultava più tenera e saporita se si faceva correre il toro prima di ucciderlo. Inizialmente per far ciò i macellai impiegavano dei forti mastini, cani abbastanza coraggiosi da opporsi alla foga dei tori, e in Gran Bretagna questo ruolo fu assegnato agli antenati dei Mastiff. Ben presto, però, la gente si interessò a questi combattimenti e vedere i cani aizzati contro i tori divenne un business...

I cosiddetti "bull baitings" si trasformarono nel Medioevo in uno spettacolo tra i più eccitanti, e furono elevati a rango di prove sportive. La nobiltà volle però riservarsi l'esclusiva dell'impiego del Mastiff, emanando le "Leggi della foresta" (1272) che prevedevano persino l'amputazione di tre dita delle zampe anteriori a tutti i mastini di grande taglia appartenenti ai popolani. Da allora, questi ultimi non ebbero altra soluzione, per continuare a organizzare i combattimenti, che impiegare cani di taglia più piccola, ma ugualmente combattivi: da questa scelta ebbe lentamente origine la razza Bulldog.
A partire dal XVI secolo si menzionano le prodezze del Bold-Dog, un cane audace e coraggioso, mentre nel 1586 Willy Harrison disse del Band-Dog che era "un cane dal corpo potente, dalla figura sanguinaria e spaventosa, dal carattere bizzarro, ostinato, e che quattro di questi cani erano sufficienti per liquidare un orso". Qualunque sia la denominazione datagli all'epoca, l'esistenza del Bulldog è ormai accertata: è un cane il cui ruolo essenziale è quello di combattere gli animali più diversi. Solo nel 1632, tuttavia, comparve per la prima volta il termine Bulldog.

I combattimenti fra animali divennero una vera e propria istituzione sotto il regno di Elisabetta I (1558-1603), che aveva consacrato il martedì a queste festività e non mancava di andare a vedere i suoi Mastiff alle prese con tori, orsi e altre belve. Col passare dei secoli però, complici molte campagne pubbliche negative, il Bulldog fu sempre più vituperato dalla popolazione britannica. Un giornalista del British Field Sport arrivò a scrivere, nel 1818, che questo cane "è consacrato unicamente ai fini più barbari e più detestabili, e occorre augurarsi la scomparsa della razza". Nel 1835 il Parlamento britannico vietò il bull baiting e l'allevamento del Bulldog fu a poco a poco abbandonato. Alcuni esemplari furono riconvertiti ai combattimenti clandestini fra cani, ma si mostrarono poco adatti: gli si rimproverava di non essere abbastanza spettacolari e gli si preferirono i Bull-Terrier.
A metà del XIX secolo il Bulldog era ormai in via d'estinzione e nel 1859 la razza era infatti assente alla prima esposizione canina. Ma nell'esposizione di Birmingham, l'anno successivo, e succesivamente in quelle di Sheffield e di Londra, furono presentati per la prima volta alcuni esemplari. Fu un grande traguardo, che spinse alcuni allevatori amatoriali del Bulldog a fondare un club nel 1864 e a redigere uno standard nel 1865. Anche se questo standard descriveva evidentemente un Bulldog di quell'epoca, piuttosto vicino al Boxer, è certo che i redattori avevano come ideale un animale differente. Da allora gli allevatori, che seguivano alla lettera lo standard, dovevano orientarsi verso un altro tipo di cane: più basso e compatto, più corto, con testa più massiccia e muso schiacciato. Questa trasformazione fu al centro di un lungo dibattito che in parte non si è ancora concluso.